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La nostra unica fede

06 Mag

Ogni volta che accadono episodi di violenza attorno o dentro gli stadi di calcio resto a lungo meravigliato. Non tanto per la violenza di per sé, quanto per la reazione dei media, della classe dirigente e della benpensante società civile in generale. Le persone s’indignano, si mortificano, sono subito pronte a giudicare, a sparare sentenze, a condannare o a giustificare, fino a che la cosa non si dissolve in una patetica bolla di sapone. Sempre lo stesso iter!Immagine

Io, al contrario, mi chiedo: di cosa ci meravigliamo? Questo è il sistema che alimentiamo, di cui abbiamo bisogno per vivere, che ci para il culo ad ogni occasione, e allora per quale motivo lamentarsene?

Il Giuoco del Calcio in Italia è stato eletto, da molti anni ormai, come elemento cardine nel quale veicolare ogni sorta di gioia o dolore, frustrazione o soddisfazione, di un Paese allo sbando da sempre. La nostra classe dirigente ha voluto coscientemente trasferire su questo sport tutto l’interesse possibile, in modo da poter sviare l’attenzione sul resto. Possiamo affermare che il Calcio, più che la Televisione o il Cibo, è l’arma di distrazione di massa più usata da ogni genere di potere che abbia avuto intenzione di governare questa ridicola Nazione. L’altra arma principale, efficace più di una bomba nucleare a largo impatto, è sempre stata l’Ignoranza.

Se versi questi due famigerati elementi nella stessa beuta, il composto che ne risulterà sarà, come è ovvio, altamente corrosivo e, a lungo andare, esplosivo. E capita, a volte, specie quando la situazione generale degenera in quella che oggi siamo soliti chiamare “crisi”, che rigurgiti di violenza siano molto più presenti del dovuto.

Del resto, l’ignoranza genera sempre (senza eccezioni!) violenza. Se lasci un popolo artatamente al livello poco più che primordiale, è scontato che prima o poi a una di queste “bestie con i pollici opponibili” venga in mente di mettere tutto a soqquadro, di creare panico, o di andare in giro armata ad ammazzare qualcuno. Succede così in ogni manifestazione che si rispetti, e la città di Roma ne paga ogni volta il caro prezzo. Succede ancora di più nell’ambito calcistico, il cui “tifo” è da molti anni serbatoio di frange estremiste e di criminalità organizzata.

Veramente, di cosa ci stupiamo ancora?Immagine

Risolvere il problema alla radice significherebbe spendere un’enorme quantità di risorse e denaro nell’educazione civile dei cittadini, il ché sarebbe sensato pensando da comune essere umano, ma controproducente se la stessa ottica viene ribaltata da parte della cosidetta classe dirigente. Cittadini colti e consapevoli finiscono per essere potenzialmente più pericolosi per una “democrazia” rispetto a gentaglia sottoacculturata e guidata unicamente da bisogni primari. Alla lunga è più innocuo coltivare animali umani in batteria, indirizzati e ben indottrinati, lasciandoli liberi talvolta di ammazzarsi tra di loro per un rigore non concesso.

Meglio ancora, usare la violenza di cui questi facinorosi sono capaci per incanalare la pubblica opinione, spostare l’attenzione delle masse e lasciare che loro compiano tutto il lavoro sporco. Perché di questo stiamo parlando: dell’ennesima, squallida e poco sofisticata, trovata per lasciarci tutti assopiti e ben tranquilli. Poiché, finché il Calcio sarà uno dei passatempi più amati dagli italiani sarà ben difficile che in questo Paese cambino realmente le cose; sarà quasi impossibile arrivare a quella rivoluzione radicale di cui il popolo italiota avrebbe disperatamente bisogno. Senza saperlo, purtroppo.

Come sempre… AD MALORA.

 
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Pubblicato da su 6 Maggio 2014 in Pensieri.

 

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